Come Aprire Partita IVA

Aprire partita Iva. Per obbligo o per scelta, è arrivato il momento di mettersi in proprio. Diventare imprenditori, un professionista o semplicemente un lavoratore atipico rimane comunque un momento importante nella vita di una persona. Essere responsabili in prima persona delle proprie rendite e delle proprie tasse mette un pò di agitazione.
Qualunque sia il motivo per cui hai deciso di aprire la partita Iva, è bene essere informati in maniera completa di quello che ci aspetta in futuro. Se sei arrivato su questa pagina probabilmente sei interessato a conoscere tutti gli aspetti della partita Iva, come aprirla, costi di gestione e quant’ altro.

Per aprire la partita Iva è buona cosa conoscere cosa è l’ Iva. Purtroppo non stiamo parlando del personaggio televisivo, ma dell’ Imposta Valore Aggiunto. Questa imposta (attenti a non confonderla chiamandola tassa altrimenti i giuristi vi linciano) presente in 63paesi del Mondo (se conoscete i paesi esenti da Iva comunicatelo cosi scappo!!!) è quella % di denaro da pagare allo stato sulla merce che acquisisce un valore aggiunto durante la sua trasformazione dalla materia prima grezza.
In parole povere, soldi che il consumatore finale deve pagare per un bene. Ogni paese presenta differenti aliquote (in Italia con un ottimo 22% non ci facciamo mancare niente) ma in linea generale si attesta intorno il 20% del valore della merce. Ogni nazione presenta prodotti, come ad esempio i generi alimentari in Uk, esenti da Iva.
Durante il processo produttivo, tramite un processo di detrazione e rivalsa, l’ Iva non viene percepita. Quindi qualsiasi azienda, commerciante, professionista o in generale lavoratore indipendente coinvolto nella produzione di beni e servizi in maniera continuativa sarà obbligato all’ apertura della partita Iva, intesa come sequenza di cifre univoca identificante un soggetto fiscale soggetto a tale imposta.
Da notare che cè l’ obbligo dell’ apertura della partita Iva per gli iscritti agli albi di commercialisti e avvocati, mentre sono esentati tutte quelle attività non continuative con cifre annuali totali al di sotto dei 5000 Euro lordi. Comunque per qualsiasi dubbio inerente la propria attività consiglio la consultazione presso un ufficio dell’ Agenzia delle Entrate e magari di un commercialista di fiducia.
In Italia la partita Iva è rilasciata dalla temuta Agenzia delle Entrate, organo dello stato preposto alla riscossione dei tributi. La partita Iva è formata da 11 cifre, dove le prime 7 sono il numero di matricola, dalla 8° alla 10° il codice provinciale e la 11° cifra un codice di controllo.

Anche se aprire la temuta partita Iva può sembrare complicato, in verità il processo è abbastanza lineare anche in Italia. Questo se non cambiassero la legge ogni anno. Nella speranza che l’ articolo rimanga attuale, navigando sul sito dell’ Agenzia delle Entrate, scopriamo che per dichiarare l’inizio della propria attività si dovrà innanzitutto compilare il modello AA9/11, dichiarando l’ inizio della propria attività soggetta ad imposta Iva entro un mese dall’ inizio.
Sul modello AA9/11 si dovrà riportare i dati dell’ attività e del soggetto richiedente. Se per l’ attività in questione è prevista l’ iscrizione nel registro delle imprese, l’ apertura della partita Iva verrà inglobata all’ interno della Comunicazione Unica.
Per un eventuale approfondimento vi rimando al seguente articolo del sito web PMI. Rimane comunque il fatto che non tutte le attività soggette ad Iva prevedono la registrazione presso il registro delle imprese. Per un approfondimento vi rimando al seguente articolo. Per ogni dubbio inerente la vostra attività non esitate a chiedere ad un ufficio locale dell’ Agenzia delle Entrate. Se volete approfondimenti su come aprire la partita Iva, vi rimando ad un altro ottimo articolo prsente in rete.
Nel momento in cui diventerete lavoratori autonomi, sarete responsabili del pagamento delle vostre tasse. Per chi ha deciso di aprire la partita Iva, i due costi maggiori saranno l’ INPS e l’ IRPEF di cui discuteremo nel prossimo paragrafo.

In Italia purtroppo le tasse sulle attività produttive sono abbastanza elevate. Dimenticandoci le cifre dell’ Irlanda, chi vuole fare impresa in Italia deve considerare gli alti costi. Se di per se gestire una partita Iva non comporta nessun costo diretto, il lavoratore autonomo è responsabile degli adempimenti INPS e IRPEF.
Per quanto riguarda l’ imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF) si pagherà una certa aliquota seconda del reddito generato. In sintesi più ricavi più paghi
In linea generale aspettati di dover pagare sui 2000-3000 Euro all’ anno di contributi. Oltre a questi due adempimenti classici, per avere un’ idea iniziale dei costi, non dimenticare di considerare il costo del lavoro, eventuali affitti, bollette, Tares e IMU. Ovviamente tutte queste variabili dipendono dal tipo di attività svolta. Vista la situazione politica attuale, non dimenticare che queste regole generali sono soggette a variazione. Per questi motivi non sottovalutare la necessità di un concreto Business Plan prima di fare ogni passo.

Dopo esservi adeguatamente informati sull’ apertura della partita Iva, dandovi un’ idea dei passi che dovrete eseguire e dei costi di gestione, vediamo insieme quali possono essere le considerazioni generali dietro il diventare lavoratori autonomi. Molte volte infatti si tende a sottovalutare la partita Iva, vedendo solo i benefici del lavoro autonomo per via dell’ entusiasmo iniziale. Avere una partita Iva comporta diverse variabili tra cui l’impiego di un commercialista.